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FARMACIA DI TURNO (1920)
Atto unico
Cantata dei giorni pari

TRAMA
Il farmacista Saverio racconta all’amico Teodoro della fuga della moglie con un altro uomo, e di averla accettata con filosofia. Teodoro compra, poi, dell’arsenico per uccidere i topi, ma dimentica la polverina sul banco. La prende involontariamente Carmela, cameriera della moglie di Saverio, venuta a comprare un’aspirina per la padrona ammalata. Saverio, pur essendo innocente, viene arrestato e accusato di uxoricidio.

UOMO E GALANTUOMO (1922)
Tre atti
Cantata dei giorni pari

TRAMA
Gennaro, capocomico di una compagnia di guitti, si trova in un albergo di Bagnoli, dove prova il dramma "Mala nova" di Libero Bovio per i villeggianti. La sua storia si intreccia con quella dell’impresario Alberto, a cui l’amante Bice rivela di essere incinta. Alberto vorrebbe sposarla, ma la donna si sottrae. Così l’uomo si presenta a casa di Bice e scopre che questa è già sposata al conte Carlo Tolentano che, subodorata la tresca, dà in escandescenze. Per evitare lo scandalo, Alberto si finge pazzo. A complicare le cose sopraggiunge la testimonianza di Gennaro. Alberto finisce in questura per essere internato. Ma Bice scopre che il marito la tradiva e anche questi si finge matto pur di non confessare l’adulterio. E Gennaro, in questura perché non ha pagato i conti dell’albergo, si fa credere pazzo a sua volta.

DITEGLI SEMPRE DI SÌ (1927)
Due atti
Cantata dei giorni pari

TRAMA
Michele, apparentemente guarito dalla follia, è appena uscito dal manicomio e torna a casa dalla sorella Teresa, l’unica a conoscere la verità. La donna, durante la sua assenza, ha affittato la stanza ad un giovane attore, Luigi Strada. Michele, la cui follia è celata dietro un’apparente normalità, combina una serie di guai, perché prende alla lettera tutto ciò che gli viene detto. Nel secondo atto la scena si sposta a casa dell’amico Vincenzo, in lite con il fratello, con il quale, sostiene, farà pace solo da morto. Così, durante il pranzo per il compleanno di Vincenzo, già allietato da una poesia cimiteriale in cui si esibisce Luigi Strada, arriva una corona funebre inviata dal fratello. Inoltre Michele insegue con un coltello il giovane Luigi nel tentativo di operarlo, perché lo crede pazzo. Ma Teresa rivela che il vero folle è Michele, che torna in manicomio.

 

REQUIE A L’ANEMA SOJA/I MORTI NON FANNO PAURA (1926)
Atto unico
Cantata dei giorni pari

TRAMA
Amalia piange l’improvvisa morte del marito Gennaro. Inatteso arriva Enrico, commesso viaggiatore e affittuario di una stanza della casa. Vorrebbe andare a letto, ma la sua camera è stata trasformata in camera ardente. Al dottore Enrico confessa la paura di dormire nella stanza che ha ospitato il cadavere. Il dottore lo rassicura dicendogli che non bisogna aver paura dei morti, uomini ormai disarmati, ma dei vivi. In quell’istante infatti, si odono grida violente provenire dalle scale. Due uomini si sono accoltellati per futili motivi. Enrico chiede scusa al morto e, temendo un’aggressione dall’esterno, si barrica in casa.

FILOSOFICAMENTE (1928)
Atto unico
Edito e mai rappresentato
Cantata dei giorni pari

TRAMA
Il modesto impiegato Gaetano Piscopo è preoccupato per la sorte delle due figlie, Margherita e Maria, ancora nubili. In casa sua si svolge una festa alla quale partecipano anche due spasimanti delle ragazze. Ragazzi allegri ma con alcuni difetti fisici: Arturo è cieco e Vincenzino terribilmente miope. Ma l’amore trionfa; sia l’uno, sia l’altro, chiedono e ottengono la mano delle ragazze.

SIK-SIK, L’ARTEFICE MAGICO (1929)
Atto unico
Cantata dei giorni pari

TRAMA
Sik-Sik si esibisce come illusionista in teatri di terz’ordine con la moglie Giorgetta, visibilmente incinta. Una sera il compare Nicola, che confuso tra gli spettatori, assicura il buon esito dei suoi numeri, manca all’appuntamento e il mago è costretto a sostituirlo con Rafele, il primo capitato. All’ultimo minuto si presenta Nicola. Le due "spalle" litigano tra loro e perdono, all’insaputa di Sik-Sik, il lucchetto truccato, per il numero della sparizione di Giorgetta, e la colomba bianca. I giochi falliscono miseramente: Giorgetta, prigioniera nel baule, è liberata dal marito a colpi di martello ed un pollastro nero appare, sotto il cappello di Rafele, al posto della colomba. Cala il sipario.

CHI È CCHIÙ FELICE ’E ME! (1929)
Due atti
Cantata dei giorni pari

TRAMA
Vincenzo, un piccolo possidente, evita tutto ciò che può disturbare la sua quiete e si ritiene l’uomo più felice del mondo. Ma le disgrazie gli arrivano proprio in casa: il giovane Riccardo, dopo aver ferito un creditore in una rissa, si rifugia in casa sua costringendo Vincenzo, sotto la minaccia della pistola, a negarne la presenza ai carabinieri. Sono trascorsi due mesi e Riccardo, oramai risolta la sua vertenza giudiziaria, continua a frequentare la casa di Vincenzo e a corteggiarne la moglie Margherita, alimentando le maldicenze. Gli amici cercano di mettere in guardia Vincenzo e proprio quando questi sta per dimostrare la fedeltà della moglie, Margherita si getta tra le braccia di Riccardo.

QUEI FIGURI DI TRENT’ANNI FA (1929)
Atto unico
Cantata dei giorni pari

TRAMA
Gennaro, proprietario della bisca clandestina "Circolo della caccia", assume il nuovo "palo" Luigi, con il compito di assicurargli la vittoria su Don Peppino "pollo" di turno, attraverso parole e gesti convenzionali. Ma Luigi, scemo e onesto nello stesso tempo, non comprende che ogni frase ha un doppio senso e non ricorda i segnali. Così la vittima, grazie ai continui errori di Luigi, invece di perdere, stravince. Al sopraggiungere della polizia Gennaro, con uno stratagemma, fa scomparire ogni prova, ma Luigi scombina tutto un’altra volta.

OGNI ANNO PUNTO E DA CAPO (1931)
Atto unico
Inedito
Cantata dei giorni pari
TRAMA
Un cliente entra nella bottega del barbiere Rafele, ma il titolare non c’è. La sorella Filomena gli racconta che, quando si avvicina la festa di Piedigrotta, Rafele si dedica a scrivere canzoni. Il cliente chiede al garzone di servirlo, ma il ragazzo, mentre lo prepara per la barba, si vanta di essere un bravo mandolinista. Entra il barbiere, ma appena comincia la rasatura irrompono Giorgetta la manicure, aspirante cantante, e un giovane poeta. Subito si mettono a parlare di canzoni, ignorando il cliente. Questi s’infuria ma viene zittito: il popolo napoletano è nato per cantare e tutti debbono mantenere viva quest’arte.

È ARRIVATO ’O TRENTUNO/OGNI ANNO PUNTO E DA CAPO (1931)
Due tempi
Cantata dei giorni pari

TRAMA
Dopo la canzone "Punto e a capo!" cantata dalla soubrette e dalle girls, segue la scenetta originaria di "È arrivato ’o trentuno": in una misera casa la notte di San Silvestro, la cena viene interrotta dall’arrivo del fidanzato della figlia, che porta una radio in regalo. La radio annuncia uno spettacolo in diretta dal Teatro Nuovo con la partecipazione del Trio De Filippo. La casa si dissolve nel palcoscenico del Teatro Nuovo, dove si esibiscono quattro cantanti. Conclude il primo tempo "Sik-Sik, l’artefice magico". Il secondo tempo è composto da cinque diversi sketch, dei quali l’ultimo, in simmetria con il tempo precedente, è un antico successo del "Teatro Umoristico", "La vedova allegra", ovvero la parodia musicale "Sintetici a qualunque costo".

NATALE IN CASA CUPIELLO (1931)
Tre atti
Cantata dei giorni pari

TRAMA
Luca Cupiello, come ogni Natale, prepara il presepe, fra il disinteresse della moglie Concetta e del figlio Tommasino, che con dispetto gli ripete che a lui il presepe non piace. Ci sono poi i continui litigi tra il fratello Pasqualino e Tommasino, entrambi con il tic del furto. Ninuccia, l’altra figlia, ha deciso di lasciare il marito Nicolino per l’amante Vittorio, e di scrivere una lettera d’addio; Concetta, disperata, riesce a farsela consegnare. La missiva capita però nelle mani di Luca che, ignaro di tutto, la consegna al genero, che viene così a sapere del tradimento della moglie. Durante il pranzo della vigilia di Natale, i due rivali, trovatisi di fronte per la sbadataggine di Luca, si scontrano violentemente. Nicolino abbandona Ninuccia e Luca, resosi improvvisamente conto della situazione, cade in uno stato d’incoscienza. Nel delirio finale, Luca scambia Vittorio per Nicolino e fa riconciliare involontariamente i due amanti; e Tommasino gli dirà finalmente che il presepe gli piace.

LA VOCE DEL PADRONE/IL SUCCESSO DEL GIORNO (1932)
Atto unico
Inedito
Cantata dei giorni pari

TRAMA
La scena si svolge in una sala d’incisione, dove la cantante Mariella Floramy deve registrare la canzone "Adduormete cu me", del maestro Tagliaferri, avendo a disposizione solo cinque possibilità di replica. Il maestro è stato sostituito all’ultimo momento. Tra gli orchestrali c’è chi non ha dormito a causa della gelosia della moglie, chi si sente stonato perché si è tolto un dente e chi ha la tosse convulsa. Al momento dell’incisione, si mette a suonare anche la sveglia comprata dal maestro. Il direttore, disperato, sospende la registrazione.

GENNARENIELLO (1932)
Atto unico
Cantata dei giorni pari

TRAMA
Sulla terrazza di uno stabile dialogano Gennareniello e la giovane maestrina Anna. Gennareniello è sposato con Concetta, e vive col figlio Tommasino, ritardato e pieno di tic, e con la sorella zitella e pittrice. Si dedica ad invenzioni inutili e permette a Matteo, maestro di disegno, di non pagare la camera presa in affitto, in cambio dei progetti tecnici delle sue invenzioni. Spinto dagli amici, Gennareniello corteggia Anna, ma viene sorpreso da Concetta: fra i due scoppia una lite, in seguito alla quale Gennareniello abbandona il tetto coniugale. Gli amici lo dissuadono e nello stesso tempo lo deridono, e lo "acchittano" da damerino. La moglie ne difende la dignità offesa e lo riaccoglie in casa.

TRE MESI DOPO (1934)
Atto unico
Inedito
Cantata dei giorni pari

TRAMA
I protagonisti sono Giacomo e Carlino, come ne "L’ultimo Bottone", elaborato da "I milioni dello zio Petroff" di Garcia Alvarez e Muños Seca. I due vengono in possesso di alcune lettere compromettenti di una signora e la ricattano chiedendole cinquemila lire. Ma quando arriva il marito, gelosissimo, i due si spaventano talmente che, per impedire che le lettere finiscano nelle sue mani, combinano una serie di guai, fino a consegnarsi, senza volerlo, nelle mani di una guardia.

SINTETICI A QUALUNQUE COSTO (1934)
Atto unico
Cantata dei giorni pari

TRAMA
Un improbabile gruppo di cantanti da strapazzo si presenta ad un impresario con l’intenzione di rappresentare l’operetta "La vedova allegra". L’impresario accetta la richiesta, ma concede loro solo pochi minuti per tutto lo spettacolo, che viene eseguito a ritmi parossistici, in un crescendo comico e musicale.

QUINTO PIANO, TI SALUTO! (1934)
Atto unico
Cantata dei giorni pari

TRAMA
Un gruppo di operai sta demolendo una vecchia casa. Dopo varie gag tra i muratori e un eventuale acquirente dei materiali che risultano dalla demolizione, arriva trafelato un signore che racconta di essere vissuto lì da bambino. Rivedendo le vecchie mura, ricorda con nostalgia il passato che ora, a distanza di anni, gli sembra più bello; poi strappa da un muro tre o quattro strati di carta da parati, fino ad arrivare a quello della sua casa: ne prende un pezzo e lentamente si allontana.

UNO COI CAPELLI BIANCHI (1935)
Tre atti
Cantata dei giorni pari

TRAMA
La scena si apre sull’ennesimo litigio tra Giuseppina, figlia del ricco industriale Battista Grossi, e il marito Giuliano. La discordia è subdolamente alimentata proprio da Battista, il quale, dietro la maschera di serio professionista, non perde occasione per tramare, senza motivo, alle spalle di parenti e amici. Tradisce anche la fiducia del nipote Francesco, che a lui si era affidato a lui per risolvere una delicata questione con una donna. Vittima dell’ultima bassezza del suocero, Giuliano, incapace di sparargli, lo schiaffeggia pubblicamente, mostrando il vero volto dell’uomo, difeso dalla rispettabilità dei suoi capelli bianchi.

OCCHIO ALLE RAGAZZE! (Residuo dell’800 napoletano) (1936)
Atto unico
Inedito e mai rappresentato
Cantata dei giorni pari

TRAMA
Anastasia Cardelli, donna dell’alta borghesia napoletana rimasta vedova, costringe il figlio Gerolamo a fare da guardiano alle tre sorelle e ai rispettivi spasimanti. Il ragazzo si vergogna della situazione ma non riesce a opporsi alla madre. Una lettera gli rivela però, che la sua fidanzata Luisa, pur controllata a sua volta da tre fratelli, ha ceduto tempo addietro a un giovanotto, proprio per ribellione all’eccessivo controllo. Gerolamo allora convince la madre a lasciare libere le sorelle.

PERICOLOSAMENTE/ SAN CARLINO (1938)
Atto unico
Cantata dei giorni pari

TRAMA
Michele, di ritorno dall’America, si reca a casa dell’amico Arturo, dove trova la moglie Dorotea, dal carattere piuttosto scorbutico. La donna gli racconta di come il marito le spari ogni volta che va in collera e di come ogni volta sia graziata, rimanendo illesa. Quando ritorna Arturo, Dorotea gli risponde sgarbatamente e ne nasce una lite furibonda. Invano Michele tenta di impedire ad Arturo di sparare. Parte il colpo, ma Dorotea rimane ancora una volta incolume. Arturo spiega all’amico che il colpo è a salve: Dorotea, credendosi graziata, ogni volta ringrazia il Signore e per un po’ di giorni sta tranquilla.

LA PARTE DI AMLETO (1940)
Atto unico
Cantata dei giorni pari

TRAMA
Franco è un vecchio capocomico di provincia, ridotto ormai anche per lo scarso talento, a "servire" la compagnia a teatro. Una sera il primo attore minaccia di abbandonare lo spettacolo e gli attori giovani illudono Franco facendogli credere che ne prenderà il posto nel ruolo di Amleto. Franco all’inizio non vuole crederci, poi si lascia convincere. Ma il primo attore ritorna e lui, vestito di tutto punto, scopre la terribile beffa.

NON TI PAGO! (1940)
Tre atti
Cantata dei giorni pari

TRAMA
Ferdinando Quagliolo, gestore di un banco lotto appassionato del gioco, ma eterno perdente, caccia di casa in malo modo Bertolini, un suo impiegato, venuto in visita amorosa a sua figlia Stella e che invece è sempre vincente. Ma il giovane annuncia di aver vinto addirittura una quaterna che, in sogno, gli ha dato proprio il defunto padre di Ferdinando. Ferdinando gli ruba il biglietto perché, a suo avviso, il padre ha semplicemente sbagliato persona: Bertolini infatti, abita nell’ex appartamento dei Quagliolo. Dopo disquisizioni con il parroco e liti furiose con la famiglia, accompagnate da un colpo di pistola, Quagliolo cede il biglietto, ma lancia una maledizione davanti al ritratto del defunto: ogni volta che Bertolini tenterà di incassare la vincita, gli capiterà una disgrazia. Dopo una serie d’incidenti, Bertolini decide di rinunciare al biglietto. Soddisfatto, Ferdinando "ritira" la maledizione e lascia che Bertolini sposi Stella. La vincita rimane in famiglia.

IO, L’EREDE (1942)
Tre atti
Cantata dei giorni pari

TRAMA
Amedeo Selciano è riunito con la sua famiglia, da sempre impegnata in opere di beneficenza e parla dei recenti funerali di Prospero Ribera, che per trentasette anni era stato ospite in quella casa, grazie alla generosità del vecchio Selciano. Si presenta il figlio di Prospero, Ludovico, ed esige cioè il posto del padre, a suo avviso reso improduttivo dalla sfacciata magnanimità della famiglia. La logica del suo discorso, e le minacce, convincono i Selciano ad accogliere Ludovico che, come il padre, subirà le derisioni della famiglia, e otterrà a sua volta l’amore clandestino di una delle donne.

SUE PICCOLE MANI (1943)
Atto unico
Inedito
Cantata dei giorni pari

TRAMA
La storia riprende l’intreccio di "Filosoficamente", ma l’attenzione è rivolta in particolare alla coppia di amici Arturo e Vincenzino, questa volta due reduci di guerra, uno cieco e l’altro miope. Vincenzino fa da guida ad Arturo ma, a causa della sua forte miopia, non fa altro che mettere in pericolo la sua vita. I due giovani sono invitati a casa di don Gaetano Nazzaro, padre di due ragazze, Maria e Margherita. La prima accetta la proposta di matrimonio di Vincenzino, mentre la seconda viene conquistata dalle dolci parole di Arturo.

NAPOLI MILIONARIA!
Tre atti
Cantata dei giorni dispari

TRAMA
Gennaro Jovine, povero abitante di un "basso" napoletano, durante la guerra, assiste impotente alla borsa nera che la moglie Amalia e i figli fanno per sopravvivere, e, durante un sopralluogo della polizia, è costretto a fingersi morto per non far scoprire la merce. Gennaro viene fatto prigioniero e Amalia intrattiene un'amicizia, non solo d'affari, con il giovane Errico Settebellizze, mentre la figlia Maria Rosaria rimane incinta di un soldato americano, e il figlio diventa ladro d'auto. Gennaro ritorna improvvisamente dalla prigionia, mentre tutto il vicolo festeggia a casa sua il compleanno di Errico. Nell'euforia generale nessuno vuole ascoltare le sue vicende. Gennaro abbandona il pranzo e va a vegliare Rituccia, la figlia più piccola, gravemente ammalata. A fornire la medicina giusta sarà il ragionier Spasiano, a cui Amalia, con la borsa nera, ha tolto ogni bene: "ha da passà 'a nuttata" per superare la crisi di Rituccia, della famiglia, di Napoli.

   
   

OCCHIALI NERI
Atto unico
Edito e mai rappresentato
Cantata dei giorni dispari

TRAMA
Mario Spelta è ritornato cieco dalla guerra e, con la sorella Maria, sta aspettando gli esiti di un intervento che potrebbe ridargli la vista. Avverte però che la fidanzata Assunta, qualora restasse cieco, lo sposerebbe solo per pietà. Quando si toglie le bende e scopre che l'intervento non è riuscito, finge di avere riconquistato la vista e allontana da sé Assunta, per non costringerla a passare la vita accanto a un menomato.

QUESTI FANTASMI!
Tre atti
Cantata dei giorni dispari

TRAMA
In un appartamento di un palazzo secentesco vengono ad abitare Pasquale Lojacono e la giovane moglie Maria. All’insaputa di Maria, Pasquale ha un accordo con il proprietario, per cui, in cambio dell’alloggio, dovrà sfatare le dicerie sull'esistenza di fantasmi nella casa. Suggestionato dai racconti del portiere, Pasquale si imbatte in Alfredo, amante della moglie, e lo scambia per un fantasma. Con il suo dirimpettaio, il professor Santanna, silenzioso e invisibile testimone di ciò che accade in casa, intrattiene intanto lunghi monologhi. I regali di Alfredo consentono alla coppia un certo benesssere e Pasquale, sentendosi beneficiato dal fantasma, non si pone troppe domande. Non sopportando più l’equivoca connivenza dimostrata dal marito, Maria decide di fuggire con Alfredo, ma i suoi familiari si recano da Pasquale per denunciare l'adulterio e vengono a loro volta scambiati per fantasmi. Alfredo torna con la moglie e Pasquale, senza donazioni, è in difficoltà: quando reincontra Alfredo, desideroso di riabbracciare Maria, lo riconosce come "fantasma" e gli rivela il suo amore per la moglie e la pena di non poterle assicurare una vita dignitosa. Alfredo, commosso da quelle parole, sta al gioco e regala a Pasquale il denaro desiderato.

FILUMENA MARTURANO
Tre atti
Cantata dei giorni dispari

TRAMA
La scena si apre su Filumena, ex prostituta, e Domenico, furioso, perché è stato appena costretto a sposare la donna, sua convivente da molti anni, che si è finta in punto di morte. Filumena rivela a Domenico la ragione del suo gesto: dare un cognome ai suoi tre figli di cui ha sempre taciuto l'esistenza. Domenico, che intende sposare l'infermiera che ha assistito Filumena durante la finta malattia, affida all'avvocato Nocella lo scioglimento del matrimonio. Filumena confessa a Domenico che uno dei tre ragazzi è suo figlio, ma non intende rivelargli quale per non danneggiare gli altri. Inizia così la lenta trasformazione di Domenico alla vana ricerca dell’identità di suo figlio. Alla fine Domenico cede alle ragioni di Filumena e sentendo che i ragazzi lo considerano loro padre, decide di celebrare nuovamente le nozze alla presenza della sua recente "famiglia".

LE BUGIE CON LE GAMBE LUNGHE
Tre atti
Cantata dei giorni dispari

TRAMA
Libero Incoronato vive con la sorella Costanza in dignitosa povertà. Ama la giovane Graziella, sua vicina di casa con un passato da prostituta, ma esita a sposarla per non compromettere il matrimonio di Costanza con Roberto, uomo maturo e benpensante. Una coppia di vicini, Olga e Benedetto, dopo l'ennesimo litigio, vengono a chiedere consiglio: Benedetto vive, per lavoro, lontano da Napoli e la moglie non intende raggiungerlo; l'uomo confessa poi che ha messo incinta una cameriera. Allontanatosi Benedetto, Olga confida invece di voler fuggire con un ufficiale americano. L'ufficiale abbandona Olga incinta, e questa, non potendo attribuire la paternità al marito assente, circuisce Libero. Benedetto, per opportunità accetta il figlio non suo. Alla festa per il battesimo del bambino, Libero, vedendo il trionfo dell'ipocrisia, presenta Graziella come ricca ereditiera, costringendo gli invitati ad accettarla.

  
  

LA GRANDE MAGIA
Tre atti
Cantata dei giorni dispari

TRAMA
Tra gli ospiti dell'albergo Metropole si trova Calogero Di Spelta, deriso per l'eccessiva gelosia nei confronti della bella moglie Marta. L’illusionista Otto Marvuglia, durante il suo spettacolo, finge di farla sparire, in modo da consentirle di incontrarsi con l'amante. Ma Marta fugge definitivamente. A Calogero, che chiede di riavere la moglie, il mago fa credere che la donna è chiusa in una scatola e che potrà riabbracciarla solo se crederà in quella fedeltà, di cui ha sempre dubitato; se aprirà la scatola senza questa fede, non la vedrà mai più. Calogero man mano si lascia convincere. Sono passati quattro anni, la scatola è ancora chiusa ed egli sembra credere che la moglie sia lì dentro: quando Marta decide di ritornare, Marvuglia, la fa riapparire simulando la conclusione dell'esperimento. La donna racconta la verità al marito ma Calogero respinge la moglie, preferendole la scatola dove si preserva la sua illusione.

LE VOCI DI DENTRO
Tre atti
Cantata dei giorni dispari

TRAMA
Alberto Saporito denuncia, con il fratello Carlo, l'assassinio dell'amico Aniello Amitrano scomparso da qualche giorno, da parte dei Cimmaruta, suoi vicini di casa. Quando però la polizia irrompe in casa Cimmaruta senza trovare alcuna prova, Alberto lentamente si rende conto di aver sognato tutto. I Cimmaruta, scagionati, ad uno ad uno confessano ad Alberto di credere possibile l'omicidio, e finiscono per incolparsi a vicenda, cercando di sapere di quali prove sia in possesso. Intanto il fratello approfitta della situazione per appropriarsi delle poche cose di Alberto. Viene anche a mancare il vecchio zio Nicola, che, considerando ormai inutile parlare, comunicava con un linguaggio muto a base di botti e fuochi d'artificio. Alberto rischia l'arresto per reticenza, mentre i Cimmaruta ordiscono un piano per sopprimerlo. Infine Aniello riappare e solo ora Alberto può sfogare il suo sdegno verso l’immoralità quotidiana, verso coloro che hanno creduto possibile il delitto tentando prima di corromperlo e poi di ucciderlo.

LA PAURA NUMERO UNO
Tre atti
Cantata dei giorni dispari

TRAMA
Virginia, esasperata dal marito Matteo Generoso, che ha reso impossibile la vita alla famiglia con la sua ossessione di un'imminente terza guerra mondiale - giustificata dalle tensioni fra le grandi potenze - chiede aiuto al fratello Arturo. Questi realizza un finto giornale radio nel quale annuncia lo scoppio di una guerra totale. Matteo, paradossalmente tranquillizzato dal materializzarsi delle sue fobie, torna ad essere fiducioso. A Luisa, invece, futura suocera della figlia di Matteo, la notizia ha risvegliato recenti paure e un arcaico senso del possesso, tanto che ha murato il figlio in uno stanzino, per il timore di perderlo. Maternità voraci e terrore del passato gravano sulla nuova generazione che non riesce a comprenderli.

AMICIZIA
Atto unico
Cantata dei giorni dispari

TRAMA
Bartolomeo, anziano possidente in fin di vita, è accudito dalla sorella Carolina, in una casa di campagna. Giunge in visita Alberto, un vecchio amico d'infanzia, ma Bartolomeo fa segno di non volerlo vedere. Nel suo delirio invece, chiede di vedere zia Matilde, morta già da tempo. Carolina convince Alberto a farsi passare per la zia. Bartolomeo chiede poi di vedere un carabiniere, un soldato di colore e infine un notaio. Albertosi presta a tutti questi travestimenti, ma, quando è nei panni del notaio, Bartolomeo gli consegna un plico di lettere e gli confessa il suo segreto: è stato l'amante della moglie di Bartolomeo ed è il padre di suo figlio.

MIA FAMIGLIA
Tre atti
Cantata dei giorni dispari

TRAMA
Alberto ed Elena Stigliano vivono insieme con i figli Beppe e Rosaria, indifferenti l'uno all'altro. Beppe, che ha rifiutato un sicuro lavoro alla radio, fugge con un amico a Parigi, sperando in una carriera cinematografica. Rosaria si atteggia a ragazza spregiudicata, mentre Elena, assidua giocatrice, confessa i suoi debiti al marito, che , a sua volta, ha una relazione extraconiugale. Alberto, traumatizzato dagli eventi, smette di parlare e si allontana da casa; Elena, abbandonato il gioco, ha ora un laboratorio di sartoria. Alberto esce dal proprio silenzio solo per denunciare alla polizia il ritorno del figlio, sospettato di un omicidio avvenuto in Francia. Un anno dopo Rosaria si sposa e Beppe, riconosciuto innocente, lavora alla radio. Solo dopo un dialogo chiarificatore con la figlia, Alberto si sente vicino alla famiglia e, dal saluto affettuoso che rivolge alla moglie, sembra intenzionato a tornare a casa.


BENE MIO E CORE MIO
Tre atti
Cantata dei giorni dispari

TRAMA
Chiarina, matura sorella di Lorenzo Savastano, un restauratore di oggetti d'arte, minaccia il suicidio se il fratello si sposerà, poiché teme di essere emarginata. Lorenzo, davanti all’egoismo della sorella, accetta un'offerta di lavoro in America. Durante la sua assenza, il fruttivendolo Filuccio seduce Chiarina e la mette incinta. Quando Lorenzo ritorna, Filuccio, deciso a sposare Chiarina, gli chiede il magazzino e la casa che si trova al piano di sopra, con la scusa di sistemarci l’anziana matrigna Virginia. Ma Lorenzo scopre che Virginia è bella e ricca e che Filuccio vorrebbe incamerare i suoi beni: approfittando della religiosità di Virginia, l’ha convinta di essere in contatto con il suo defunto padre, e che questi si è espresso contro altre nozze. Lorenzo si vendica: si sposa con Virginia, intestandole la casa e il magazzino.

DE PRETORE VINCENZO
Due parti e sei quadri
Cantata dei giorni dispari

TRAMA
Vincenzo De Pretore spiega alla fidanzata Ninuccia, che minaccia il suicidio se non si sposeranno, di voler attendere il giorno in cui potrà darle una vita agiata, e le racconta di essere figlio di un ricco signore, allevato da una coppia povera. Ma per vivere è costretto a rubare, e finisce in prigione. Consigliato da Ninuccia, si sceglie come protettore San Giuseppe e da allora il suo "lavoro" va a gonfie vele. Riconoscente al Santo, ogni volta che un furto va bene, porta fiori e candele al suo altare. Un giorno però viene ferito a morte da una pallottola. Nel delirio, la scena si sposta in Paradiso, dove San Giuseppe intercede presso il Signore, che impietosito dalla sua storia di figlio di padre ignoto, lo accoglie con sé. Mentre sogna, Vincenzo muore nello squallore del Pronto soccorso, con accanto la fedele Ninuccia.