Storia del teatro napoletano

Il teatro a Napoli vede i suoi albori perdersi nella notte dei tempi. Certo non si pretende d'iniziare la nostra storia a partire dall'epoca dei Cesari, ne vogliamo narrare delle tante compagnie girovaghe che nel medioevo affollavano le piazze in tempi di fiere e mercati. Inizieremo la nostra storia a partire dall'anno 1500. Le prime notizie certe che ci vengono dalla storia, fanno risalire ai tempi della corte aragonese  la nascita dei primi attori e commediografi napoletani. Infatti,verso la fine del quattrocento, alla corte aragonese, risplendente della gloria del Cariteo, appare un poeta di nome Pietro Antonio Caracciolo, autore di una farsa dal nome "La farsa de lo cito", della quale a noi sono giunti solo piccoli frammenti. Ma già qualche anno prima, il 4 marzo del 1492, in una sala di Castel Capuano, un altro poeta napoletano, Jacopo Sannazaro, celebrava le vittorie degli spagnoli e la presa della città di Granata alla presenza di Alfonso D'Aragona duca di Calabria, ridicolizzando la figura del profeta Maometto e magnificando le gesta del condottiero aragonese; quest'opera dal titolo "Arcadia" ricalcava quello che era lo stile drammaturgico del '500 e cioè fungere da specchio dorato per i regnanti, dove le trame e le battute altro non erano che strumenti di adorazione. Ciò non poteva certo andar bene ai cavalieri, bramosi di schietto divertimento. La svolta fu ad opera di P.A. Caracciolo che con l'opera "Imagico" (il mago) ripudiava il linguaggio merlettato e fiorito dei sovrani ed attingeva dal popolo sia la trama che la dialettica. Egli si presentò in scena «...togato, con faccia et barba antiqua de summa auctorità accompagnato da quattro soy discepuli de bianco vestiti». Possiamo quindi stabilire che i primi veri attori del teatro napoletano furono Jacopo Sannazaro e P.A. Caracciolo, autori e registi di se stessi, che ebbero, tra l'altro, anche il merito di far uscire il teatro dalle mura delle corti e dei palazzi reali, portandolo in mezzo alla gente che in futuro ne farà una ragione di vita.