Nel 1914 a quattordici anni, Eduardo entra stabilmente nella compagnia del fratellastro Vincenzo Scarpetta, nella quale Eduardo fa di tutto, dal servo di scena, all'attrezzista, dal suggeritore, al trovarobe, e vi rimane fino a quando viene chiamato per il servizio militare, dal 1920 al 1922, ma non prima di pubblicare il suo primo atto unico "Farmacia di turno", nel 1920. Ma anche durante il servizio di leva il suo impegno artistico era tale e tanto che nelle ore libere si recava in teatro a recitare.

Finito il militare De Filippo lascia la compagnia di Vincenzo Scarpetta per passare a quella di Francesco Corbinci, con il quale esordisce, per la prima volta in una regia impegnata, al teatro Partenope di via Foria a Napoli con "Surriento gentile" di Enzo Lucio Murolo.

Nel 1922 scrive e dirige un altro suo lavoro teatrale, "Uomo e galantuomo".

Eduardo abbandona la compagnia di Francesco Corbinci per tornare a quella del fratellastro Vincenzo e vi rimane fino al 1930.
In questo periodo conosce e sposa Doroty Pennington un'americana in vacanza in Italia e recita anche in altre compagnie come quella di Michele Galdieri e di Cariniù Falconi.
Con lo pseudonimo di Tricot nel 1929 scrive l'atto unico "Sik Sik l'artefice magico".

Insieme ai fratelli Peppino e Titina nel 1931, fonda la compagnia del "Teatro Umoristico I De Filippo". In questo periodo, egli scrive come autore opere del valore di "Natale in casa Cupiello" (1931) e "Chi è cchiù felice 'e me?" (1932) e allo stesso tempo inizia un'intensa attività cinematografica con "Tre uomini in frack" (1932) di Mario Bonnard, seguito da "Il cappello a tre punte" (1934) di Mario Camerini e "Quei due" (1935) di Gennaro Righelli.

Nel 1945, scrive "Napoli milionaria" e rompe definitivamente il rapporto artistico con Peppino; per cui la loro Compagnia si scioglie. Così Eduardo dà vita alla "Compagnia di Eduardo", che rappresenta nel 1946 "Questi fantasmi" e di lì a poco, con esiti trionfali, "Filumena Marturano", destinato a divenir cavallo di battaglia della grande Titina.
Da qui è sempre un crescendo con altri capolavori come: "Le bugie con le gambe lunghe" (1947), "La grande magia" (1948), "Le voci di dentro" (1948), "La paura numero uno" (1951) che vanno ad arricchire un repertorio sempre più fuori dell'ordinario, contemporaneamente al cinema gira "Assunta Spina" (1948, di M. Mattoli), "Napoli milionaria" (1950), "Filumena Marturano" (1951), "L'oro di Napoli" (1954, di V. De Sica), "Fantasmi a Roma" (1960, di A. Pietrangeli).

Grande soddisfazione Eduardo l'ha nel 1958, quando viene rappresentata a Mosca, con la regia di R. Simonov, "Filumena Marturano" e, nel 1962, "Il sindaco del rione Sanità".

Nel 1964, scrive "L'arte della commedia", paragonata a "L'impromptu" di Molière;
Il 1973 è un altro anno di grandi soddisfazioni: mette in scena "Gli esami non finiscono mai" e viene rappresentata "Sabato, domenica e lunedì", con la regia di Franco Zeffirelli all'Old Vic di Londra con l'interpretazione di Laurence Olivier.
A coronamento della sua incredibile carriera nel novembre del 1980, gli viene conferita la laurea in lettere honoris causa dall'Università di Roma e viene nominato senatore a vita nel 1981.

Eduardo si spegne il 31 ottobre del 1984, nella clinica romana Villa Stuart dove era stato ricoverato pochi giorni prima.


Figlio d'arte, Eduardo de Filippo nasce a Napoli il 24 maggio del 1900, dall'unione di Luisa De Filippo con l'attore e commediografo Eduardo Scarpetta (l'autore di "Miseria e nobiltà").
Nel 1904, Eduardo debutta giovanissimo come giapponesino al Teatro Valle di Roma ne "La geisha", firmata dallo stesso Scarpetta.
Dopo quella prima breve esperienza prende parte ad altre rappresentazioni come comparsa o in piccoli ruoli.
A soli undici anni i genitori decidono di mandarlo nel collegio Chierchia di Napoli, per il suo carattere un po' turbolento e per la scarsa propensione agli studi. Ma solo due anni dopo, quando è al ginnasio, interrompe gli studi e continua la sua istruzione sotto la guida del padre Eduardo. Il quale per oltre due ore al giorno lo costringe a leggere e ricopiare testi teatrali. Inoltre, quando capita l'occasione, il giovane De Filippo non disdegna di partecipare a lavori teatrali, nei quali dimostra una innata bravura, particolarmente per il repertorio farsesco.
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