DUE ALBERI OLTRE IL MURO    di Enzo Faenza

                      
Per un solo motivo vorrei tornare ad essere bambino: per lavarmi, ancora una volta, il viso, con i petali di rosa, la mattina della festa della Ascensione! La nonna contadina riempiva d'acqua un bacile e vi faceva cadere dentro tanti petali di una rosa appena colta. Noi nipoti allora, a turno, a mani unite, con gli occhi chiusi, attingevamo quella miscela miracolosa. L'acqua gelida, l'odore di rosa, i petali bagnati che s'attaccavano alla pelle: una strana sensazione percorreva il nostro corpo e la nostra anima…fin quando non riaprivamo gli occhi…Subito ci riappariva la nonna sorridente, appagata per averci fatto ricongiungere alla natura…con quel semplice, antico, gioioso rito!
Ora che brancolo in questo presente fatto di città, fatto di cemento ad ogni lato,
dove un odore di "torrefazione" proveniente dalla zona industriale mi costringe ad amletiche riflessioni (appìlo o non appìlo? That's is the question!); ora che, pur guardando, toccando, ascoltando bradipamente, mi capita di scambiare il cinguettio degli uccelli con lo scarico del W.C. dell'inquilino del piano di sopra …ora come potrò ancora "ricongiungermi"? Come potrò mai annullarmi, confondermi con una natura che ormai mi, e forse vi, sfugge? Non stiamo forse dimenticando ogni sensazione "naturale"? La pioggia che può bagnarci i capelli e scivolarci sul viso, il suono malinconico del vento, il dolore improvviso e rapido della puntura di un'ortica, il silenzio assoluto di un bosco, un cielo illuminato solo da stelle. Mi sconcertano, pertanto, coloro che predicano di voler "riqualificare" la litoranea di Eboli (quella di Battipaglia, in tutto tre o quattro pini, sta aspettando pazientemente una minzione, collegiale e mirata, del nuovo sindaco e della nuova giunta per l'eufitotanasia) ora che, dopo l'abbattimento delle case abusive, è quasi tornata alla purezza originaria, ad uno stato che ne fa nuovamente un "luogo" della natura! Lasciamola così questa litoranea, "abbandoniamola" a se stessa: lasciamo che gli alberi e gli animali che vi vivono si riproducano, si moltiplichino selvaggiamente insidiando anche ciò che noi, nel passato, abbiamo costruito…distruggendo. Torniamo ad una pineta, ad una spiaggia, a un mare "liberi"! Purtroppo, però, si può solo sognare…o aspettare… aspettare, qualche millennio ancora, che si realizzi l'antica tesi platonica che si occupino di politica i "filosofi" più che gli edili e i dentisti. O no!? O forse qualcuno si è già liberato, è riuscito a saltare il "muro"? Ebbene sì, due esseri viventi ci sono già riusciti, a Battipaglia, in via Domodossola. Sono due "verdi", due giovani, forse figli del vento, due splendidi pioppi. Sono nati e cresciuti in un prato abbandonato, oltre il muro della "nuova" villa comunale.   Questi alberi nessuno li ha piantati, nessuno ne ha mai avuto cura. Se non la pioggia, se non il sole: se non la natura! Sono lì…silenziosi…forse a chiarirci quanto, quanto siamo idioti a credere di poter limitare, recintare con fili spinati, muri, barriere di ogni tipo, piante, animali, fiumi e spesso anche…i sogni e le idee di altri uomini.                                               

Il Passo del Bradipo